@article{2962388, title = "Heroes, Gods and Demons in the Religious Life of Akrai (Sicily) in Hellenistic Age", author = "Paolo Daniele Scirpo", journal = "Academic Journal of Interdisciplinary Studies", year = "2015", volume = "4", number = "1", pages = "479-494", publisher = "Mediterranean Center of Social and Educational Research", issn = "2281-3993", doi = "10.5901/mjss.2015.v4n1p479", keywords = "Άκραι, Σικελία, Ιερά, Ιέρων Β', Ήρωες, Δαίμονες, Θεοί, λατρείες", abstract = "Nell’affidargli il passaggio delle anime sull’altra riva dell’Acheronte, gli antichi riponevano nelle tombe un obolo per il traghettatore ed un corredo funebre che potesse in qualche modo servire al defunto nella sua eterna dimora nell’Ade. Tra gli oggetti più comuni, oltre la ceramica, si possono ritrovare statuette fittili antropomorfe e zoomorfe, legate da un fil rouge alla sfera del divino. In questo contributo, si vuole porre attenzione sulla piccola Akrai, sub-colonia di Siracusa, dove fin dalla sua fondazione nel secondo quarto del VII secolo a.C., la vita religiosa dei suoi abitanti in continua ricerca della serenità, sotto lo sguardo vigile e distaccato del pantheon olimpico, era focalizzata a rendere benevoli le anime dei morti o ad esorcizzare quelle forze del male che nella bocca dei poeti, avevano assunto le sembianze mostruose note alla mitologia. Il fenomeno del culto eroico ha trovato ad Akrai, soprattutto in età ellenistica un supporto politico, non indifferente nella persona di Ierone II, re di Siracusa. La latomia posta sul versante sud-orientale dell’Acremonte, già attiva alla fine del VI secolo a.C., dalla quale fu probabilmente tratto il materiale per l’edificazione dell’Aphrodision arcaico, cambia destinazione verso la fine del regno di Agatocle (IV secolo a.C.), quando si assiste alla sua trasformazione in luogo di culto le cui evidenze hanno inoltre ispirato la denominazione dotta di «Templi Ferali», forse attribuibile a Paolo Orsi. Alcuni materiali infine, provenienti dalla collezione Judica e dai magazzini del Museo Archeologico Regionale di Siracusa, permettono di intravedere le forme divine e mostruose che, come spiragli di luce nell’oscurità che ancora regna sulla nostra conoscenza del senso religioso e delle credenze dei Sicelioti, accompagnavano il cammino terreno degli Acrensi." }